Epidemiologia

Depressione differenze uomini donne

depressione differenze uomini donne
Scritto da Adriano Legacci

Depressione differenze uomini donne

Nell’adolescenza e nell’età adulta il disturbo depressivo maggiore si verifica più comunemente nelle persone di sesso femminile, con un rapporto di 2:1 rispetto ai maschi, mentre nell’infanzia e nella pre-pubertà i ragazzi e le ragazze ne sono ugualmente influenzati (APA, 2001).

Anche per quanto riguarda il disturbo distimico nella popolazione adulta, la donne hanno una probabilità due volte superiore agli uomini di sviluppare il disturbo (APA, 2001).

La preponderanza femminile nella depressione sembra avere inizio intorno alla pubertà, suggerendo un probabile collegamento del disturbo al periodo generativo della donna (Angst, 1997). Anche Zanardi (2004) conferma questo dato, citando il fatto che da numerose ricerche è emerso un maggior coinvolgimento negli stati depressivi, soprattutto tra i 15 anni e i 45 anni.

Esiste inoltre una notevole evidenza del fatto che le donne tendono a sviluppare quadri clinici depressivi più complessi e severi ed un decorso probabilmente più grave rispetto agli uomini, che invece sono più inclini a negare o dimenticare eventuali precedenti episodi depressivi (Angst, 1997).

Le donne inoltre tendono a riportare più sintomi somatici, associati ad un’assenza di vitalità; lamentano una mancanza di connessione e riconoscimento nelle relazioni affettive e, frequentemente, l’esordio della condizione depressivo è successiva ad una perdita; gli uomini, invece, tendono più spesso ad associare i loro sintomi depressivi prevalentemente a difficoltà lavorative e al senso di fallimento che ne deriva (Zanardi, 2004).

Depressione differenze uomini donne: comorbidità col disturbo d’ansia

Lo stesso indice di differenza tra uomini e donne si riscontra analizzando la relazione e l’interconnessione (comorbidità) tra ansia e depressione: è infatti comunemente riscontrabile nella pratica clinica una forte relazione tra i due disturbi. Dozois e Westra (2004), citando un lavoro di Brown e Barlow del 2002, affermano che il 55% dei pazienti con un disturbo d’ansia o dell’umore soddisfano i criteri diagnostici per un concomitante disturbo d’ansia o depressivo; esaminando le diagnosi nel corso della vita, il tasso riportato dagli autori era addirittura stimabile al 76%.

I disturbi più comunemente in comorbidità tra loro sono il disturbo depressivo maggiore, la distimia, il disturbo post-traumatico da stress e il disturbo d’ansia generalizzata (Dozois, Westra, 2004).

La comorbidità tra ansia e depressione è generalmente associata con una sintomatologia più grave, maggior disagio psicologico e complessivo indebolimento. Rispetto ai soggetti con un solo disturbo, questi pazienti manifestano inoltre una disabilità funzionale più marcata, un più grave deterioramento nell’area sociale e lavorativa, una maggiore quantità di sintomi e, solitamente, rispondono meno al trattamento (Lecrubier, 1998; Nutt, 2000; citati in: Dozois, Westra, 2004).

Sull'Autore

Adriano Legacci

Già direttore dell'equipe di psicologia clinica presso il poliambulatorio Carl Rogers e l'Associazione Puntosalute, San Donà di Piave, Venezia.
Attualmente Direttore Pagine Blu degli Psicoterapeuti.
Opera privatamente a Padova e a San Donà di Piave.
Psicoterapia individuale e di coppia.
Ansia, depressione, attacchi di panico, fobie, disordini alimentari, disturbi della sfera sessuale.
Training e supervisione per specializzandi in psicoterapia

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